Non tutti gli uomini sanno
se potranno tornare ad Itaca:
il loro lungo viaggio
è stata una fuga disperata
da Ciclopi, Lestrigoni
e mostri peggiori –
erano i nostri vicini,
uomini come noi
fino al giorno prima
della guerra fatale,
ridevamo insieme al caffè
correvamo sul mare
con le belle vele –
Né Fenici né Egiziani
li hanno accolti offrendo
profumi gioielli e conoscenze,
ma breve amara sosta
prima che ripartissero angosciati
per una nuova terra.
Itaca resterà sempre nel cuore
terra natale, casa perduta;
e quando avranno infine conquistato
sicurezza e famiglia e una vita,
più forte la nostalgia li prenderà –
per quello scorcio di case,
quell’angolo di mare,
i sapori, gli odori, i colori,
i compagni di un tempo,
“come si poteva parlare
liberamente con chi è come noi,
qui sono tutti diversi e
non ci capiamo … i loro discorsi
non sono chiari e diretti” –
E questa è stata la storia di mio padre,
e di altri come lui anche ora,
mai ritornati ad Itaca.
Mio padre era profugo da Fiume, dove era nato ed era vissuto, dalla fine della guerra.